Carissimi in Cristo,

            abbiamo avuto più volte occasione di affermare la necessità improrogabile di una progettazione pastorale (senza assolutismi!) per l’organizzazione delle risorse, affinché, in periodo per molti versi complesso, la nostra Chiesa possa dare le risposte migliori alle sfide e agli stimoli che essa riceve, per l’adempimento della sua missione per il Regno di Dio.

            A queste esigenze vogliono corrispondere le varie iniziative, messe strutturalmente in programma per ogni anno pastorale,  secondo il piano diocesano triennale.

            Il convegno teologico-pastorale occupa ovviamente, in questa prospettiva, un posto di rilievo. Esso è gestito insieme da quattro uffici competenti e si avvale di collaborazioni varie e rappresentative.

            Il tema scelto è la famiglia, considerata come meeting-point (punto di incontro)  di aspetti molteplici e d’importanza fondamentale. In particolare sottolineo:

-          I problemi sono considerati, molto spesso, ahimé!, per una “produzione discorsiva finalizzata ad una relazione di potere”.

-          Le trattazioni riduttive ( al solo diritto, alla sola sociologia, alla sola psicologia, alla sola pastorale...) possono essere anche forvianti: bisogna andare al fondamento; si tratta di fondare la conoscenza;    per noi si sa, il fondamento è la Parola e tutta la tradizione vivente nelle sue varie forme.

-          Il momento presente è momento di  crisi.

La crisi c’è tutta, sia come carenza; sia come obbligo di discernimento, quindi di conoscenza, il più possibile piena; sia come decisione.

Si tratta in particolare di questo:

-          C’è gente che ritiene di trattare gli argomenti del discorso che facciamo con questo programma di battaglia: non opponendosi (chi si oppone dipende da colui al quale si oppone) ma “con leggerezza, ironia, vagando tra le indifferenze delle identità personali, cioè tra i “generi” che scompigliano le stesse identità proponendo famiglie “fluide, sfumate, multiformi e polivalenti”.

-          Si afferma il legame tra  i due o più; si dimentica il legame della genitorialità.

-          Si segue, con svalutazione conseguente del piano antropologico, lo sviluppo, tecnicamente possibile, derivante dalle analisi offerte dai vari approcci di studio, fino ad arrivare al  cyborg (organismo cibernetico che integra biologia e tecnologia).

            Ho preferito questo tipo di presentazione del convegno, scartando altri modelli convenzionali, per accennare alle provocazioni con le quali noi cristiani, specie quelli uniti in una sacra famiglia, dobbiamo confrontarci.

            Quanto vi ho scritto è piccola parte di quello che mi auguro venga dai vostri contributi. L’urgenza  è grave: sono convinto che, se agguerriti sono i piani di battaglia contrari, molto più forte è il desiderio-nostalgia di ritrovare l’amore vero e pieno e di poterlo scoprire attraverso la vita concreta e lo stile essenziale (testimonianza) dei coniugi cristiani.

            Il Signore vi illumini e vi renda fecondi di ogni luce per le nostre famiglie.

[A Crotone mi si dice da fonte informata che esistono 4000 padri abbandonati!

I dati restanti di questa pesante tragedia li affido alla vostra considerazione.]

                                                           Con ogni benedizione

                                                                                   Domenico Graziani

                                                                                          arcivescovo

 Solennità di San Giuseppe 2014


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